C. McNamara: Reforming the Catholic Church in Early Modern Italy

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Titel
The Bishop’s Burden. Reforming the Catholic Church in Early Modern Italy


Autor(en)
McNamara, Celeste
Erschienen
Washington D.C 2020: The Catholic University of America Press
Anzahl Seiten
297 S.
von
Flavio Belluomini

Celeste McNamara, assistente di storia presso la SUNY Cortland (New York), nell’introduzione (1–28), sostiene che l’attività riformatrice demandata ai vescovi dal Concilio di Trento era per essi un «peso» non indifferente, in quanto all’onere loro imposto dall’assise non corrispondevano altrettante indicazioni per la sua realizzazione. A tale proposito, la figura del cardinale Gregorio Barbarigo – vescovo di Padova dal 1664 all’anno della sua morte avvenuta nel 1697 – è presentata nel volume come un ideal case study per conoscere l’opera di un vescovo riformatore nella seconda metà del XVII secolo. L’ampiezza e la complessità della diocesi di Padova, ad esempio, rendevano difficile e in certi casi impossibile realizzare alcuni dettami tridentini, come visitare annualmente la diocesi e procedere alla riforma della vita del clero e degli studi del seminario.
Il I capitolo, The Reformer Encounters His Diocese (29–87), mette in evidenza la situazione della diocesi al tempo del Barbarigo e offre una panoramica delle difficoltà che egli dovette affrontare. Seguendo la documentazione delle visite pastorali (la prima iniziò nel settembre del 1664), l’autrice mostra i conflitti giurisdizionali e soprattutto la debole situazione del clero. Dai primi problemi incontrati scaturì la maggior parte delle proposte del Barbarigo: la necessità di rafforzare l’autorità del vescovo, la cura pastorale, l’educazione del clero, l’impegno missionario. Tali aspetti, sulla base di solide testimonianze documentarie, sono affrontati nei capitoli seguenti.
Il II capitolo, Restoring Power and Authority (88–132), pone l’attenzione sul fatto che Barbarigo dovette competere con forme parallele di governo: la repubblica di Venezia, la nobiltà, i regolari, le collegiate, i laici riuniti in confraternite e la stessa Roma. Egli cercò di limitare l’intervento di questi soggetti, di per sé legittimi, e di instaurare un sistema burocratico che gli permettesse di governare effettivamente la diocesi. Per la gestione delle 327 parrocchie, di cui 300 fuori dalla città, si servì soprattutto dei vicari foranei.
L’autrice, con il III capitolo, Ensuring Pastoral Care (133–173), mostra l’impegno del presule nella cura pastorale della sua diocesi. In modo diretto il vescovo interveniva con le visite pastorali, le lettere della quaresima, le lettere per richiamare al dovere i preti e i laici. In modo indiretto egli desiderava giungere al suo popolo tramite il clero che voleva ben formato e moralmente irreprensibile.
Il tema della formazione del clero è approfondito nel capitolo IV, Educating the Clergy (174–210). Barbarigo intervenne tramite i vicari foranei con i mensili esercizi dei casi di coscienza e con le organizzazioni clericali. Utilizzò poi le regole del Borromeo per il seminario e, seppur modificandola, la ratio studiorum dei gesuiti e la pratica degli esercizi spirituali ignaziani.
Il capitolo V, Catholic Reform and Mission (211–250), pone in evidenza l’impegno del vescovo nel convertire ebrei, musulmani e protestanti per «spargere la fede cattolica», sia in Padova (egli seguiva i singoli casi e aveva preparato un itinerario per coloro che accettavano di diventare cattolici), che sostenendo l’attività missionaria della Chiesa universale. Collaborò con la Congregazione di Propaganda Fide formando preti nel proprio seminario atti alla missione e, avendo una stamperia, producendo testi in lingue diverse per l’azione missionaria.
Segue una conclusione (251–255), la bibliografia (257–285) e l’indice dei nomi (287–297).
Attraverso questo libro conosciamo le difficoltà di un vescovo riformatore e le strategie da lui poste in essere per affrontarle e risolverle. L’autrice, inoltre, non manca di fare interessanti approfondimenti come il tema della formazione del clero e il contributo dato ad essa dei gesuiti e la comparazione tra San Carlo Borromeo e San Francesco di Sales, modelli di Barbarigo. Tali approfondimenti, sebbene siano un po’ dispersivi, contribuiscono a contestualizzare il soggetto trattato.
Le indicazioni documentarie e l’ampia bibliografia utilizzate potranno essere utili per ulteriori studi e per l’approfondimento degli stessi temi affrontati nei singoli capitoli. Tra questi risultano di particolare interesse quello dell’itinerario proposto dal vescovo per la conversione al cattolicesimo e quello sul rapporto tra Barbarigo e Propaganda Fide.

Zitierweise:
Belluomini, Flavio: Rezension zu: McNamara, Celeste: The Bishop’s Burden. Reforming the Catholic Church in Early Modern Italy, Washington D.C 2020. Zuerst erschienen in: Schweizerische Zeitschrift für Religions- und Kulturgeschichte, Vol. 115, 2021, S. 440-441. Online: <https://doi.org/10.24894/2673-3641.00100>

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